Facciamoci curare dalle Donne

Secondo uno studio di Harvard su 2 milioni di ricoveri negli Usa le donne medico curano meglio, sono più affidabili degli uomini e sono scrupolose e attente alla prevenzioneLa carriera ha un prezzo: 6 su 10 sono single o separate. L’indirizzo professionale ha comportato per molte il divorzio, la scelta di rimanere single o comunque ha pesato nei conflitti familiari (66%)

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Un esercito di quasi 40 mila camici rosa: sono queste le dimensioni dell’altra metà del cielo, le dottoresse che lavorano a contatto con il mondo della malattia in Italia. Dagli Stati Uniti rimbalza la notizia di una statistica che ha il sapore della promozione.

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I ricercatori Usa hanno passato in rassegna un campione enorme: 1,8 milioni di ricoveri e oltre 1,2 milioni di secondi ricoveri successivi al primo. Entro 30 giorni dall’arrivo in ospedale, il numero di morti e di nuove ospedalizzazioni diminuisce significativamente se il medico curante, assegnato in modo casuale, è stato femmina. Rispettivamente il rischio relativo diminuisce del 4 e del 5%. 

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In totale sono stati coinvolti nell’indagine 58.344 medici, per il 32,1% donne. È emerso che i pazienti gestiti da internisti maschi hanno prognosi meno favorevoli (a un mese dal ricovero) nella misura dell’11,49% contro l’11,07% per pazienti gestiti da donne medico. Il tasso di ricadute in ospedale è 15,57% e 15,02% a seconda che il paziente sia seguito da un medico uomo o donna. 

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Si seguito viene riportata l’intervista rilasciata dal Dottor Troise segretario generale dell’Associazione medici dirigenti Anaao Assomed, Che cosa dicono le statistiche sulla rivoluzione rosa in ospedale? «C’è identità di vedute, anche l’associazione dei medici inglesi ha segnalato il sorpasso numerico delle donne medico, nel Regno Unito, rispetto agli uomini». Con quali peculiarità? «Le donne medico risultano più motivate, più determinate, con una preparazione di più lunga durata. Come se in qualche modo le donne si preparassero a superare gli ostacoli, di tutti i tipi, che inevitabilmente si pongono davanti alla loro strada». E come si traduce questo atteggiamento? «Si esprime nella maggior disponibilità alle professioni di cura, in qualche modo anche separata dalla ricerca di vantaggi economici. Aumenta l’empatia, l’attenzione nei riguardi dei pazienti». Sono i numeri a decretare il primato? «Senza dubbio agli esami di ammissione alle facoltà sanitarie e alle scuole di specializzazione vediamo che le donne si presentano in numero superiore rispetto ai maschi, e tendono a riportare voti più alti con un rendimento costante nel tempo». Ci sono sempre tante difficoltà da superare?
«Dipende. Conciliare professione e vita privata non è facile per nessuno. Finora le donne erano rimaste fuori dalle grandi chirurgie e dalle specialità più stressanti, ma il quadro cambia». Le donne medico sono più brave in Italia come negli Usa? «I dati dicono che sono più motivate, più disponibili a studiare e pronte ad ascoltare. Se questo si traduce in migliori risultati clinici, è ancora presto per dirlo. Anche Harvard, si legge, ha indagato per ora solo l’area internistica». Avanti di questo passo come cambieranno gli ospedali del futuro? «Nella fascia di età sotto i 45 anni i medici sono già in larga maggioranza donne, tra pochi anni lo saranno anche nelle età intermedie: il sorpasso, la rivoluzione di genere, è un dato acquisito».

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Tratti da: Il Quotidiano.net (http://www.quotidiano.net/benessere/donne-medico-1.2772466) (http://blog.quotidiano.net/malpelo/2016/12/22/donne-medico/); Repubblica.it (http://www.repubblica.it/salute/medicina/2016/12/20/news/medico_donna_migliore_mortalita_minore-154522372/)

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