I nostri laureati sono soddisfatti dei propri studi

Uno studio consorzio interuniversitario Almalaurea che ha coinvolto i laureati di 71 università delle 74 a oggi aderenti al Consorzio monitorando 270 mila laureati nel 2016, sulla condizione occupazionale che ha coinvolto 620 mila laureati di primo e secondo livello nel 2015, 2013 e 2011 intervistati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo rivela che cresce, seppur timidamente, la percentuale di giovani che trovano un lavoro dopo la laurea. A un anno dalla discussione della tesi, è occupato il 68% dei laureati triennali ed il 71% di quelli magistrali biennali. A cinque anni dal titolo le percentuali arrivano, rispettivamente, all’87% e all’84 per cento. Il lavoro risulta poi più stabile – aumentano, infatti, i contratti a tempo indeterminato e calano le attività autonome – e le retribuzioni registrano un lieve aumento.

Si registra anche un calo dell’età media della laurea, che arriva a 26,1 anni; un dato che è sensibilmente sceso rispetto alla situazione pre-riforma e che, dicono i numeri, continua a diminuire negli anni. Questo significa anche un’aumentata regolarità negli studi: se nel 2006 concludeva gli studi in corso il 34% dei laureati, spiega Almalaurea, nel 2016 la percentuale raggiunge il 49%. In particolare, raggiunge il 57% tra i magistrali biennali, il 48% tra i triennali e il 37% tra i magistrali a ciclo unico.

Nel 2016, spiega l’indagine, quasi la metà del totale dei laureati (47%) ha conseguito il titolo nella stessa provincia in cui ha ottenuto il diploma di scuola secondaria di secondo grado. Aumenta, poi, la quota di laureati di cittadinanza estera, che raggiunge il 3,5% sul complesso dei laureati (corrispondente a 9.556 laureati negli Atenei AlmaLaurea nel 2016). Con una punta del 4,6% nei corsi magistrali biennali e con valori prossimi al 3% tra i laureati a ciclo unico (2,7%) e fra quelli triennali (3,2%).

Il 10,6% dei laureati nel 2016, poi, ha svolto esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di provenienza (nel 2006 erano il 7,6%). E per quanto riguarda l’estero, quasi la metà dei laureati si dice pronta a trasferirsi per lavoro lontano dall’Italia (scelta il 7% dei laureati magistrati biennali ha già compiuto dopo 5 anni dal termine degli studi). Studiare oltre confine aumenta le possibilità di trovare un lavoro: in particolare, secondo Almalaurea le esperienze di studio all’estero con programmi europei aumentano le chance occupazionali del 12%, i tirocini dell’8% e aver lavorato occasionalmente durante gli studi del 48 per cento.

In generale, dice il rapporto, l’88% dei laureati si dichiara soddisfatto della propria esperienza, sia per il corpo docente (85%), ma anche per quanto riguarda le infrastrutture. Gli studi universitari, però, non hanno ancora un ruolo decisivo in termini di “ascensore sociale”, visto che le performance degli studenti risultano influenzate dal background familiare: fra i laureati che hanno conseguito il titolo, infatti, «si rileva una sovra-rappresentazione dei giovani provenienti da ambienti familiari favoriti dal punto di vista socio-culturale», dice Almalaurea, spiegando che i laureati con almeno un genitore in possesso di un titolo universitario sono il 29 per cento.

Tratto da (http://www.scuola24.ilsole24ore.com/art/universita-e-ricerca/2015-11-06/laureati-25-anni-e-soddisfatti-studi-almalaurea-identikit-giovani-avvocati-182145.php?uuid=ACSUA1UB)

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Pubblicato da didatticainterattiva

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