La dieta: un ossessione per gli italiani

Dalla dieta paleolitica basata sul consumo di molte proteine e pochi carboidrati, fino alla dieta vegana o macrobiotica, piuttosto che a diete dimagranti come la Dukan, la Weigth Watchers, oppure quella ‘del cavolo’ e ‘del sonno’.

Quella per un’alimentazione salutare sta diventando quasi un’ossessione per molti italiani. Gli stessi prodotti senza glutine pensati per i celiaci, sono oggi consumati da una popolazione molto più vasta, perché considerati più digeribili. E l’indagine “Health/Wellness: food as medicine”, pubblicata ad aprile scorso da Nielsen e basata su un campione di 30mila persone in 63 paesi tra i quali l’Italia con l’intento di capire le nuove tendenze del consumo mondiale, mostrava che nel Belpaese addirittura un connazionale su tre (33%) considera i cibi che garantiscono benefici al corpo, come possibili sostituti dei farmaci.

Qui da noi si apprezzano soprattutto i fagioli, visti come fonte di proteine con cui sostituire la carne, il tè e il salmone, consumati da circa un 46 per cento degli intervistati. Sono molto amati lo yogurt e le noci, consumati da oltre la metà degli intervistati. Il Belpaese è anche primo in Europa per il consumo di bacche di Goji ritenute multivitaminiche e utili al sostegno del sistema immunitario e della regolazione della glicemia. Molto amata infine anche la curcuma, spezia giudicata benefica e il mirtillo.

L’industria alimentare segue le nuove tendenze cercando di ottenere il massimo dei benefici. C’è chi vi ha costruito dei veri e propri imperi puntando sui cibi di nuova concezione. La White Wave di Steve Demos, l’inventore del latte di soia Silk, è diventata un’azienda da 300 milioni di dollari. La Weight Watchers con le sue barrette e bevande varie fattura oltre un miliardo di dollari si tratta di un mercato che frutta e frutterà milioni di euro agli imprenditori che sapranno servirsene al meglio.

Negli ultimi anni abbiamo visto comparire sugli scaffali dei supermercati italiani prodotti appartenenti a culture alimentari completamente diverse dalla nostra. Questo dato dev’essere interpretato dagli attori del sistema agroalimentare come un’esortazione a definire strategie produttive sempre più in linea con le indicazioni emergenti dagli studi scientifici sul rapporto tra alimentazione, stili di vita e salute, riformulando per esempio i prodotti esistenti o lanciando prodotti con contenuti nutrizionali progettati.

Tratto da (http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/stili-di-vita/2017/11/10/news/italia_una_repubblica_fondata_sulla_dieta-180728120/)

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