Una richiesta di informazione che non stupisce, complice il fatto che in Italia, benché gli omeopatici siano riconosciuti dal 1995 come medicinali a tutti gli effetti, non è possibile per le aziende del settore inserire indicazioni terapeutiche e posologia sul packaging o sulla confezione. Naturalmente, questo non dipende da una decisione delle Aziende del settore ma da un diverso recepimento, nel nostro Paese, di una direttiva comunitaria europea. L’Italia, infatti, è la sola in Europa ad aver recepito queste norme in maniera restrittiva. E gli Italiani? Oltre 21 milioni di Italiani desidererebbero che in questi medicinali si riportassero le indicazioni terapeutiche, mentre il 68% degli intervistati non sa neppure che l’assenza delle indicazioni terapeutiche è legata a una questione legislativa e non alla volontà delle aziende.
Tra gli altri dati significativi di quest’indagine c’è il fatto che chi utilizza medicinali omeopatici nel 94,8% dei casi non smette di curarsi all’occorrenza anche con altre terapie. Chi utilizza questi medicinali non interrompe, laddove necessario, cure con farmaci ‘classici, anche se il 32,8% degli utilizzatori di omeopatici dichiara di “preferirli sempre, quando possibile, a quelli classici”.
Inoltre, dall’indagine emerge che è opinione condivisa che “i medicinali omeopatici possono essere somministrati a chiunque, anche a bambini e anziani” (76.8%) e “non presentano in genere tossicità chimica, controindicazioni ed effetti indesiderati” (76.5%). Certo, sono ancora molti i falsi miti da sfatare, perché in Italia, l’omeopatia presenta ancora alcune zone d’ombra in ambito di conoscenza: il 74,4% degli intervistati dichiara infatti che “c’è ancora molta ignoranza in materia e spesso se ne parla a sproposito”.
tratto da (http://www.ilcambiamento.it/articoli/omeopatia_italiani_indagine_astraricerche)