L’abuso di alcool uccide circa tre milioni di persone l’anno

Non ci sono “dosi sicure” di alcool. E non si può parlare in nessun modo di “effetti protettivi” derivanti dalla sua assunzione, financo sporadica. A rimarcare ancora una volta, e numeri alla mano, la pericolosità del consumo di alcool è un metastudio appena pubblicato sulle pagine del Lancet, finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation e condotto da due ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluationalla University of Washington negli Stati Uniti. Gli autori hanno analizzato criticamente un corpus molto significativo di lavori scientifici relativi agli effetti dell’alcool sulla salute e pubblicati tra il 1990 e il 2016, evidenziando come il consumo della sostanza, a livello mondiale, sia responsabile di ben 2,8 milioni di morti ogni anno, il che la colloca al settimo posto tra i fattori di rischio per morte prematura e disabilità.


Nel loro studio, gli autori hanno recuperato e rianalizzato i dati di 694 lavori scientifici per stimare quantitativamente il consumo di alcool nel mondo, e di altri 592 lavori, che hanno coinvolto complessivamente circa 28 milioni di persone, per valutare i rischi per la salute connessi al consumo di alcool in 195 nazioni del mondo per un periodo di 26 anni, dal 1990 al 2016. Queste le osservazioni principali: a livello globale, una persona su tre beve almeno una dose di alcool (10 grammi) al giorno; il 2.2% delle morti tra le donne e il 6.8% delle morti tra gli uomini, ogni anno, sono dovute a problemi di salute legati all’alcool, per un totale di 2,8 milioni di morti l’anno. L’alcool, inoltre, è il settimo fattore di rischio al mondo per morte prematura e disabilità.

I numeri sono certamente preoccupanti. Ed evidenziano la necessità di tenere ancora più alta la guardia, sottolineando come eventuali “effetti protettivi” dell’alcool – rispetto, per esempio, alla riduzione del rischio di patologie vascolari – siano completamente controbilanciati e oscurati dalla correlazione dell’uso della sostanza, anche in piccole quantità, con l’insorgenza di quasi 200 malattie, tra cui 13 tipi di cancro. “Diversi studi precedenti”, spiega Max Griswold, uno degli autori del lavoro, “avevano scoperto un effetto protettivo dell’alcool in alcune condizioni, ma le cifre mostrano che il bilancio netto, in termini di rischio per la salute, è sempre negativo, indipendentemente dalla quantità di alcool assunto. In particolare, la forte associazione tra consumo di alcool e insorgenza di cancro, incidenti e malattie infettive oscura completamente l’effetto protettivo”. C’è di più: “Sebbene il rischio sia relativamente piccolo con una porzione di alcool al giorno”, prosegue l’esperto, “questo aumenta molto rapidamente al crescere delle quantità assunte. Ragion per cui bisognerebbe potenziare ulteriormente le politiche educative volte a ridurre il consumo di alcool sempre e comunque”.

In Italia, se possibile, la situazione è ancora più preoccupante. “Nel nostro paese”, spiega Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale ALCOL-CNESPS all’Istituto superiore di sanità, “siamo ben oltre la media mondiale di un consumatore su tre: il 60% degli italiani consuma una o più dosi di alcool al giorno. E stimiamo che ci siano circa 8 milioni e 600mila consumatori a rischio, di cui 3 milioni e mezzo di anziani e 1 milione e mezzo di adolescenti, e 700mila consumatori dannosi, cioè che già hanno sviluppato problemi di salute legati al consumo di alcool. Le stime, purtroppo, potrebbero essere anche troppo ottimistiche, perché molti consumatori potrebbero non essere stati ancora intercettati. La morale è che bisogna sottolineare, ancora una volta, come gli eventuali effetti protettivi del bere moderato sono certamente inferiori rispetto ai rischi”.

 

Tratto da Emergenza alcol

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