Ma per quale motivo, il piatto italiano per eccellenza, ha l’ indiscussa prerogativa di stuzzicare la libidine delle papille gustative accattivandosi il loro pieno trasporto?
Ebbene, ogni singolo morso alla succulenta pietanza sarebbe capace di stimolare un’area del cervello nota come “amigdala”, tra le cui funzioni v’è quella di elaborare gli impulsi olfattivi. La sinfonia di sapori che questo piatto riesce ad evocare, insomma, agirebbe sull’ encefalo alla stregua di una panacea, restituendo gioia e benessere al consumatore.
Il tutto attraverso un concentrato di carboidrati, proteine e grassi che, in un certo senso, risulta molto più equilibrato rispetto a quello di tante altre prelibatezze cui siamo soliti dare fondo in preda al languore. Perché sarà pur vero che quella in oggetto non è la pietanza più leggera del repertorio culinario, ma va considerato che, a totalizzare le sue circa 700 kcal, sono tutti ingredienti di indiscussa genuinità: la salsa di pomodoro è ricca di licopene (un antiossidante antitumorale), l’ olio d’ oliva è un’ ottima fonte di grassi monoinsaturi, mentre la mozzarella vanta una buona quantità di minerali ed ha una minore concentrazione di grassi rispetto ai formaggi stagionati. Concentriamoci appunto su quest’ ingrediente che, grazie al retrogusto delicato ed alla consistenza filante, sa stimolare perfino l’appetito dei meno golosi: secondo i ricercatori, la mozzarella, giocherebbe un ruolo chiave nell’ assuefazione che la pizza è un grado dare, la caseina è infatti la proteina caratterizzante di questo formaggio, ed essa agisce sui recettori di dopamina infondendo un piacevole senso di gratificazione.
Erica M. Schulte – autrice dell’ indagine summenzionata – afferma: «La risposta psicologica alle combinazioni degli ingredienti della pizza è in parte spiegata dal fatto che, i cibi che contengono grassi, carboidrati raffinati e sale, sono maggiormente associati agli indicatori comportamentali di dipendenza, come la perdita del controllo sul consumo».
Ma non fermatevi alla superficie delle cose, perché la passione per questa ghiottoneria tutta nostrana non è data solo dalla squisitezza dell’alimento in sé, ma anche dal suo potere aggregante che, da sempre, induce chicchessia ad associarla a piacevoli momenti di spensierata convivialità.
A dispetto di un’ incipiente globalizzazione che vorrebbe invogliarci al consumo di sushi, hamburger e patatine, a primeggiare sulle allegre tavolate del sabato sera sarà sempre lei: sua maestà la pizza.
Tratto La pizza è come una droga