La nuova ossessione dietetica degli Italiani: Le proteine

È la nuova mania alimentare e non solo per chi sceglie una dieta dimagrante a basso contenuto di carboidrati. Le proteine sono diventate una specie di ossessione trasversale che colpisce chi vuole perdere peso, ma anche i maniaci del fitness che a pranzo bevono un frullato di proteine. Sul sito Pinterest, le foto e i suggerimenti legati a questo nutriente sono diventati un trend e nel 2018 su Google ci sono state 64 milioni di ricerche per la parola ‘proteina’. Come mai tanto interesse? E soprattutto, non farà male alla salute questo eccesso di proteine?



il grande successo delle proteine negli ultimi anni è probabilmente dovuto al fatto che moltissime diete sono iper-proteiche e sono molto amate da tanti Vip hollywoodiani che effettivamente sono riusciti a perdere peso. “Si tratta di regimi dalla composizione nutrizionale totalmente sbilanciata in quanto molto povere o quasi prive di carboidrati e ricche di grassi, oltre che di proteine”, spiega Pasquale Strazzullo, professore di Medicina interna presso l’Università Federico II di Napoli e presidente della Società di Nutrizione umana. Queste diete producono sul peso corporeo effetti impressionanti nel breve termine in buona misura in relazione alla notevole perdita iniziale di acqua. Inoltre, la termogenesi (cioè le calorie bruciate dal corpo a riposo) potrebbe essere inizialmente maggiore dopo l’assunzione di un notevole carico proteico. “In parte – prosegue il nutrizionista – queste diete, per la loro particolare composizione, possono avere un maggior potere saziante. Queste stesse diete però, a causa della scarsità o assenza di carboidrati producono chetosi, cioè la produzione di corpi chetonici (acetone, ecc.) e acidosi metabolica che per essere smaltiti causano un forte impegno epatico e renale e tendenzialmente uno stato di disidratazione. La mancanza di carboidrati rende, inoltre, alla lunga sempre più difficile l’utilizzazione dei grassi di riserva per la produzione di energia e conduce quindi in sostanza anche all’arresto della perdita di peso“.



Diete a parte, le proteine svolgono un ruolo importantissimo per la nostra salute. Insieme a grassi e carboidrati, infatti, sono uno dei tre macronutrienti di base e probabilmente il più importante. Potremmo sopravvivere senza carboidrati, ma grassi e proteine sono essenziali. “Le proteine presenti nel nostro organismo – spiega Strazzullo – sono molecole costituite dalla combinazione variabile di venti aminoacidi, dei quali nove definiti essenziali perché non possono essere sintetizzati nell’organismo e devono essere assunti con l’alimentazione”. Le proteine svolgono funzioni strutturali, di trasporto e di deposito di altri nutrienti e altre sostanze. “Possono svolgere attività enzimatiche o ormonali, funzionare come recettori o ‘leganti’ per varie sostanze (tra cui farmaci), possono essere coinvolte nella contrazione muscolare, nella risposta immunitaria, nella coagulazione del sangue; nella regolazione dell’attività dei geni, della crescita e della differenziazione cellulare. Inoltre, sebbene questo non sia il loro ruolo primario, sono anche un substrato energetico” prosegue il nutrizionista.



Insomma, le proteine sono preziose per la salute, ma a patto di non esagerare. Qual è, allora, la dose giusta? “Tenendo conto anche del tipo di proteine presenti in media nella dieta italiana, l’assunzione raccomandata dai Larn (Livelli di assunzione di Riferimento di Nutrienti) per la popolazione adulta è di 0,9 g di proteine/kg peso×die, valore uguale per i due sessi e che corrisponde, per un uomo dal peso di 70 kg o una donna di 60 Kg di peso in un valore complessivo di 63 g/die e di 54 g/die, rispettivamente” chiarisce Strazzullo. Questi valori, per una dieta equilibrata e soddisfacente in relazione all’apporto calorico globale, corrispondono in media al 15% circa dell’energia totale con un intervallo accettabile compreso tra il 12 e il 18%.



Durante l’accrescimento, in gravidanza e nel corso dell’allattamento il fabbisogno è maggiore e dunque lo è anche l’assunzione raccomandata in rapporto al peso corporeo. Inoltre, un maggior apporto proteico (dell’ordine del 10-15% in più della quota raccomandata normalmente) può essere utile per chi pratica una dieta vegetariana e specialmente vegana, data la minore qualità biologica della maggior parte delle proteine di origine vegetale rispetto a quelle animali. Più complicato è stabilire qual è il fabbisogno proteico in età geriatrica date le notevoli differenze individuali che si osservano in questa fascia della popolazione per condizioni metaboliche, stato di salute e stato di nutrizione. “Nell’anziano – spiega il presidente della Sinu – si ha spesso un’alterazione dei sistemi di controllo della fame e della sazietà, così come una riduzione del senso del gusto e dell’olfatto, con comparsa di anoressia e conseguente diminuzione degli apporti di energia e/o di proteine. L’invecchiamento determina anche una riduzione delle capacità di sintesi delle proteine nonché variazioni della composizione corporea, con aumento della massa adiposa e contemporanea diminuzione della massa muscolare, che, quando esagerata, viene definita sarcopenia, non di rado associata a obesità”. Infine, nell’anziano è frequente la presenza di uno stato infiammatorio più o meno marcato che contribuisce al catabolismo proteico e alla riduzione della massa muscolare. “Per tutti questi motivi, un aumento degli apporti proteici al di sopra dei livelli raccomandati per l’adulto può garantire nell’anziano una maggiore disponibilità di aminoacidi essenziali, favorendo, insieme a un adeguato livello di attività fisica, un incremento nella sintesi delle proteine muscolari e di conseguenza nella forza e nella massa muscolare” spiega l’esperto che aggiunge: “Alla luce di queste considerazioni, oggi prevale l’idea che alla popolazione anziana nel suo complesso debba essere garantita un’assunzione di proteine maggiore rispetto a quanto indicato per gli individui adulti, cioè intorno a 1,1 g proteine/kg peso×die”.



Le proteine in polvere vengono utilizzate molto anche dagli sportivi, soprattutto da atleti come sollevatori di peso o body builders, per aumentare la massa muscolare. “La dose giornaliera di proteine consigliata a questo scopo – spiega Strazzullo – è di 1,5-2 g/Kg di peso corporeo, cioè circa doppia rispetto alla dose raccomandata per la popolazione adulta, ed è funzionale a sostenere il più rapido turnover proteico collegato all’esercizio fisico. Naturalmente occorre avere ben presenti le conseguenze negative di una pratica prolungata di questo tipo”.



I danni riconosciuti e quelli potenziali di un apporto esagerato e continuo di proteine sono un argomento controverso. Molti ritengono ancora sicura un’assunzione di proteine doppia rispetto al fabbisogno (quindi fino a 1,5 g/Kg/die), anche in considerazione del fatto che questi valori si osservano abbastanza spesso nella dieta di alcuni Paesi senza evidenti effetti avversi per la salute. “È accertato che, nel primo anno di vita, elevate assunzioni di proteine (>20% delle calorie totali) possono danneggiare la funzione dei reni e compromettere il metabolismo dei fluidi. E sempre per quanto riguarda la prima infanzia (primi due anni), se è accertato che l’assunzione di una quantità adeguata di proteine (8-12% delle calorie totali) è essenziale per la crescita del bambino, un’assunzione marcatamente superiore ai fabbisogni (ad es. >15% dell’energia totale), potrebbe avere conseguenze negative a medio-lungo termine sullo stato di salute, ad esempio favorendo lo sviluppo di sovrappeso/obesità”.



Ma l’abuso di proteine riguarda anche molti adulti che seguono le famose diete iperproteiche oppure si allenano in palestra e assumono integratori per potenziare la massa muscolare. In questi casi, l’eccesso di proteine può essere dannoso? “In soggetti adulti, se assunti in dosi elevate e specialmente se abbinati ad una dieta già naturalmente iperproteica, gli integratori di proteine, potrebbero, oltre a favorire un limitato incremento della massa muscolare (in sinergia con l’esercizio muscolare), essere accumulate sotto forma di adipe”. L’eccessivo carico di proteine (quasi sempre e quasi tutte di origine animale) aumenta, inoltre, il carico acido e quindi la demineralizzazione ossea e la perdita di calcio con le urine. Il metabolismo e l’eliminazione delle proteine in eccesso richiede l’assunzione (spesso disattesa) di molti liquidi (quasi due volte in più del normale) e può quindi condurre a disidratazione. “Per tutti questi motivi – prosegue Strazzullo – gli integratori proteici devono avere un uso limitato nel tempo e sono controindicati nei casi di patologia renale, epatica, in gravidanza e nei soggetti molto giovani. Non va, infine dimenticato che una dieta abituale eccessivamente ricca di proteine animali è correlata ad un aumento dell’incidenza di alcune neoplasie e in particolare del cancro del colon-retto. Questa associazione è probabilmente almeno in parte spiegata dai metodi di cottura e di conservazione della carne e dal suo contenuto di grassi saturi piuttosto che di proteine”.

Tratto da Proteine-Mania

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