I single, più sani e più appagati rispetto a chi fa vita di coppia

Si arriva all’altare sempre più tardi e c’è chi, per scelta o meno, trascorre la propria vita da single. Sembra che il matrimonio stia cedendo sempre più il passo al popolo dei single. Basta pensare che, in Italia quasi una famiglia su 3 è composta da una sola persona. Un segno, questo, che non interessa soltanto il mondo occidentale, ma che sta diventando un fenomeno globale. E di pro in questa condizione ce ne sono diversi: la dieta alimentare, l’attività sessuale e la salute sembrano tutte a favore di coloro che scelgono di vivere da soli.



Secondo il rapporto dell’ufficio del censimento statunitense, il numero di adulti non sposati ha raggiunto nell’anno appena terminato livelli mai osservati prima d’ora: più del 45% dei residenti – circa 110 milioni di persone di età superiore ai 18 anni – è divorziata, vedova o è sempre stata single. E l’età durante la quale si pronuncia il famoso “sì” è sempre più matura: negli anni 70, 8 persone su 10 si sposavano entro i 30 anni di età. Oggi, invece, per osservare lo stesso rapporto numerico si devono aspettare i 45 anni: l’età media del primo matrimonio è salita a 29,5 anni negli uomini e a 27,4 anni nelle donne ed è probabile che quando i giovani di oggi raggiungeranno i 50 anni, circa una persona su quattro di loro sarà stata single per tutta la vita.

Il rapporto rivela inoltre che per più della metà del campione analizzato non ritiene il matrimonio o il concepimento di un figlio una pietra miliare importante dell’età adulta. Le energie degli adulti convergono maggiormente sull’istruzione e sulla ricerca di un lavoro stabile. Poi c’è il discorso legato all’attività sessuale: le persone single fanno più sesso rispetto alle persone sposate o divorziate, sebbene si stia facendo strada anche la tendenza all’asessualità – una scelta, non dovuta a disfunzioni o disturbi sessuali, né tanto meno a quelli psichiatrici – che interessa il 3% della popolazione mondiale.

Avere una relazione non significa per forza avere maggiore autostima. Gli esperti Eva C. Luciano e Ulrich Orth, che hanno condotto uno studio su 9mila adulti in Germania, spiegano infatti che “l’inizio di una relazione migliora l’autostima solo se la relazione funziona in modo stabile per un certo periodo, un anno o più“. Le persone sposate prese in analisi dai ricercatori, infatti, non godevano di una maggiore autostima rispetto a chi era single.

E che dire della salute? Alcuni studi rivelano che il matrimonio o una relazione seria non è per forza indice di un maggior benessere psico-fisico: in uno di questi studi i ricercatori hanno preso in esame per 3 anni più di 79mila donne statunitensi di età compresa tra 50 e 79 anni, chiedendo loro quale fosse la relativa situazione sentimentale (se erano sposate, separate, divorziate o single) e hanno misurato alcuni parametri fisici, come l’indice di massa corporea e la pressione arteriosa, e richiesto informazioni sui loro stili di vita (dieta, esercizio fisico, alcol, fumo). Le donne che erano rimaste single invece di sposarsi o che avevano divorziato invece di restare sposate mostravano i risultati migliori.

Tratto da La rivincita de single

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Pubblicato da didatticainterattiva

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