E’ emergenza fumo in un anno le fumatrici sono aumentate del 24%

Se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto, entro il 2030 il fumo da sigarette ucciderà ogni anno oltre 8 milioni di persone. È come se fosse cancellata di colpo la città di New York. Nel 2017, il tabacco è responsabile della morte di 3,3 milioni di consumatori e persone esposte al fumo passivo. In particolare, un milione e mezzo di persone hanno perso la vita per malattie respiratorie croniche, 1,2 milioni per cancro (alla trachea, ai bronchi e ai polmoni), 600mila per infezioni respiratorie e tubercolosi. Non solo: più di 60mila bambini con meno di 5 anni sono morti a causa di infezioni alle basse vie respiratorie in seguito a fumo passivo. Sono alcuni dei dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della Sanità che, in occasione della Giornata mondiale senza Tabacco, lancia un appello a tutti i paesi per incrementare le azioni di sensibilizzazione e protezione delle persone dall’esposizione ai danni del tabacco. E oggi è una giornata all’insegna dello ‘Stop Smoking’, perché l’invito ai fumatori è di astenersi per almeno 24 ore dal fumo di sigarette convenzionali.

n base al report presentato stamattina dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono 11,6 milioni i fumatori, più di un italiano su cinque. Gli uomini sono 7,1 milioni e le donne 4,5 milioni. Le fumatrici sono aumentate soprattutto nelle regioni del Sud Italia: sono quasi il doppio rispetto a quelle che vivono nelle regioni centrali e settentrionali (il 22,4% al Sud e isole contro il 12,1% al Centro e il 14% al Nord). Un fumatore maschio su 4 consuma più di un pacchetto al giorno. Quasi la metà delle donne fuma tra le 10 e le 20 sigarette al giorno. “Non cambiano negli ultimi anni le abitudini al fumo degli italiani  segno che serve incentivare campagne informative soprattutto per i giovani che rappresentano un serbatoio che alimenta l’epidemia tabagica e per le donne, per le quali è in aumento la mortalità per tumore al polmone”. In Italia le sigarette causano annualmente la morte di 80mila persone, come se fosse ogni anno fosse ‘cancellata’ una città grande come Varese.

Secondo i dati diffusi dell’Airc, nell’ultimo anno c’è stato un aumento del 24% delle fumatrici. “In Italia il numero di donne che fumano è aumentato del 24% in un solo anno. Siamo il fanalino di coda dell’Europa” ed ” è assolutamente necessario e urgente arrestare questa tendenza”, perché “se non faremo nulla, fra vent’anni dovremo affrontare una vera e propria epidemia di tumore al pomone“.

 

Dall’indagine internazionale “Global Youth Tobacco Survey”, già fra 13 e i 15 anni un ragazzo su cinque fuma quotidianamente le sigarette tradizionali, mentre il 18% utilizza sigarette elettroniche. Le ragazze sono fumatrici abituali di sigaretta tradizionale nel 24% dei casi, contro il 16% dei coetanei maschi, mentre utilizzano regolarmente la sigaretta elettronica il 22% dei maschi e il 13% delle femmine. La fascia di età dell’iniziazione al fumo di sigaretta è quella della scuola secondaria di primo grado (10-13 anni).

Il fumo di sigaretta è la prima causa di tumore ai polmoni ed è responsabile per oltre i due terzi della mortalità per questo tipo di tumore. Anche l’esposizione al fumo passivo a casa o al lavoro aumenta il rischio di tumore ai polmoni. Smettere di fumare può ridurre questo rischio: dopo 10 anni senza fumo il rischio di tumore ai polmoni si riduce alla metà rispetto ai fumatori. Il fumo da tabacco è anche la prima causa della broncopneumopatia cronico-ostruttiva, caratterizzata da una persistente ostruzione delle vie aeree, che rende difficoltosa la respirazione. Il rischio di sviluppare questa malattia è particolarmente alto tra chi ha iniziato a fumare o è stato esposto al fumo sin da giovane perché il tabacco riduce in modo significativo lo sviluppo dei polmoni. Il tabacco, inoltre, peggiora anche l’asma e la tubercolosi: circa un quarto della popolazione mondiale ha una tubercolosi latente con il rischio di sviluppare la forma attiva della malattia. Chi fuma ha il doppio delle probabilità di ammalarsi di tubercolosi.

Il fumo rende “più vecchi” gli uomini anche da un punto di vista sessuale. “Un ragazzo di 20 anni che fuma un pacchetto di sigarette, o quasi, al giorno rischia a 40 anni di avere la vita sessuale di un 70enne”. A lanciare l’allarme, è Andrea Lenzi, docente ordinario di Endocrinologia, del Dipartimento di Medicina Sperimentale, presso la Sapienza Università di Roma, in occasione del 40esimo congresso nazionale della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), che si è aperto ieri a Roma: “La nicotina è un potentissimo vasocostrittore e, sul lungo periodo, può compromettere la capacità erettile dell’uomo, arrivando a farla ‘invecchiare’ di 30 anni”, spiega Lenzi. “Anche solo poco più di 5 sigarette al giorno per 10-20 anni possono provocare nell’uomo pesanti conseguenze sulla vita sessuale”, aggiunge. Danni anche nelle donne: il registro nazionale Procreazione medicalmente assistita dell’Istituto Superiore di Sanità informa che le donne che fumano sono meno fertili, hanno un indice di fecondabilità ridotto, e impiegano più tempo a restare incinte (in media più di un anno). Il fumo, infatti, è dannoso per le ovaie femminili, perché le sostanze tossiche come la nicotina alterano la motilità tubarica ostacolando il trasporto degli ovociti e l’incontro con gli spermatozoi.

Tratto da Fumatrici in Italia

DidatticaInterattiva Team

Pubblicato da didatticainterattiva

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