Camminare aiuta il cuore: bastano 40 minuti due volte a settimana

Passeggiare per 40 minuti o più due o tre volte alla settimana potrebbe ridurre ben del 25% il rischio di insufficienza cardiaca nelle donne dopo la menopausa. Questo beneficio, inoltre, è risultato indipendente dal peso corporeo, a dimostrare che la camminata può essere un’ottima strategia per contrastare i rischi cardiovascolari anche in donne sovrappeso o obese. La conferma degli effetti positivi di questo tipo di esercizio fisico è emerso da una ricerca della Brown University ed è stato presentato alla 67esima Sessione scientifica annuale dell’American College of Cardiology, una società no-profit che include circa 49mila cardiologi americani.



L’insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco è una sindrome che si manifesta quando il cuore non è in grado di pompare sangue in maniera sufficiente da poter rispondere alle esigenze di tutto l’organismo. Per capire se l’esercizio fisico, in particolare la camminata, può aiutare il cuore riducendo l’incidenza di questo scompenso, i ricercatori hanno esaminato un campione di 89mila partecipanti di sesso femminile e di età superiore ai 50 anni, senza particolari problemi cardiaci, che sono state monitorate per 10 anni.

La ricerca ha registrato regolarmente per tutto il decennio le tre variabili principali della camminata praticata dalle donne, ovvero la frequenza, la durata e la velocità del passo. Questi tre elementi sono stati inseriti in un sistema per calcolare il cosiddetto Metabolic Equivalent of Task (Met), un parametro spesso utilizzato in ambito clinico che misura il consumo di energia durante l’attività fisica. Tale parametro è stato poi messo in relazione con l’insorgenza di insufficienza cardiaca.

In base ai risultati, le partecipanti che avevano ottenuto un punteggio Met più alto erano quelle che traevano maggiori benefici in termini di riduzione del rischio di questa patologia. Nel caso di una camminata regolare di 40 minuti o più, non necessariamente veloce e svolta due volte a settimana, la probabilità di sviluppare la malattia cardiaca risultava più bassa di una percentuale dal 20 al 25%, mentre nel caso in cui l’attività fosse stata praticata anche a passo svelto la probabilità scendeva fino al 38%.

Questo risultato valeva indipendentemente dall’età, dall’etnia e dall’indice di massa corporea. “Un dato, questo – ha sottolineato Somwail Rasla, che ha guidato lo studio – che indica come anche le donne in sovrappeso o obese possano trarre vantaggio da questa attività riducendo il rischio di insufficienza cardiaca”. Spesso, ha spiegato l’esperto, si pensa che camminare sia un’attività fisica troppo blanda o non tale da apportare benefici significativi in termini di salute. Al contrario, sottolinea Rasla, in questo caso il dispendio energetico è equiparabile a quello di altri tipi di esercizio fisico. Senza dimenticare, poi, che si tratta di un’attività piacevole, comoda, dato che non richiede un’attrezzatura particolare, e che si può fare ovunque.

Tratto da Camminare aiuta il cuore

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Pubblicato da didatticainterattiva

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